I Menhir (dal bretone men = pietra e hir = lunga) sono blocchi di pietra grezza, di sezione rettangolare e di lunghezza variabile (da 80 cm a più di 5 metri) conficcati nel terreno che richiamano nella forma una colonna. Sono conosciuti anche con il nome di Pietrefitte.
Menhir Sant'Anna, abitato di Zollino
Menhir di Coelimanna, Supersano. Visibile sulla S.P. Supersano-Casarano
Menhir delle Lete, Galugnano, vicino l'antica cava di pietra leccese e la Cappella Madonna della Neve
Onda Bagno Searcher Triangle da Blu Donna Costume S Billabong Menhir Montevergine, nell'omonimo Santuario, Palmariggi
Menhir San Paolo, Giurdignano
Menhir San Vincenzo, Giurdignano
Menhir Costantinopoli, Giurdignano
I Menhir appartengono ad un'epoca successiva ai Dolmen e seguono un ordine prestabilito. Si dice che anch'essi seguissero le fasi astrali e la loro utilità era dettata dal fatto che la forma e la posizione fungesse da asta delle meridiane.
QUANTI SONO I MENHIR
In Salento erano presenti 96 Menhir (Le fonti ufficiali fanno riferimento a circa 70 Menhir), dislocati in vari comuni: a Novoli, Lequile, Pisignano, Acaya, Zollino, Muro leccese, Minervino, Giurdignano, Palmariggi (dove un tempo c'erano, nei pressi del Santuario di Montevergine, alcuni Menhir collocati in modo circolare, poi distrutti negli anni '50), Cocumola, Arigliano e Martano, dove v'è un menhir alto quasi 5 metri. Di 96 Menhir ne sono scomparsi 45 e ora ne restano 51, ma alcuni di questi non sono visibili perché ricadono in terreni privati e recintati.
Interessante è la storia del Menhir 4 macine, uno dei Megaliti scomparsi, ma poi riaffiorato alla luce quasi casualmente dopo un secolo.
A COSA SERVIVANO I MENHIR
L'aspetto curioso è che nelle vicinanze dei Menhir non sorgono mai Dolmen, e viceversa.
Secondo le teorie più accreditate, i Menhir erano usati come segnali per la sepoltura, un po' come le lapidi di oggi. Tuttavia il fatto che essi hanno il lato meno smussato rivolto ad Est e che sono posizionati a distanza dai Dolmen fa pensare che l'uso fosse tutt'altro che funerario.
Onda Costume Triangle Billabong S Searcher da Donna Blu Bagno Alcuni hanno visto nei Menhir un'esternazione del potere fallocentrico. In altre parole il menhir richiama la virilità, contrapposta al Dolmen che richiama la femminilità e dunque il culto della madre terra.
Ma anche questa teoria lascia il tempo che trova, visto che – anche se è dura ammetterla da parte del mondo maschile – una volta il vero potere decisionale apparteneva alle donne, considerate a tutti gli effetti i capi del nucleo sociale.
Qualunque sia il ruolo dei Menhir, non può nascondersi che questi abbiano avuto, secondo diverse teorie in merito, una funzione di canalizzazione delle energie positive. Collocare a terra un Menhir equivaleva a praticare una sorta di agopuntura per trasformare le griglie vibratorie negative in energie positive, insomma, si trattava di una sorta di sanificazione del terreno in cui gli obelischi di pietra fungevano da trasmettitori che irradiavano energia positiva nella zona circostante, una funzione che anche oggi continuano ad avere. Gli antichi Romani non solo orientavano tutte le costruzioni in relazione ai reticoli - come del resto i Celti prima di loro - ma il tracciato delle loro strade, seguendo le indicazioni degli Auguri, evitava quando possibile luoghi ad energia negativa. Questo per ridurre l'affaticamento dei loro soldati in marcia.
Difatti la forma dei Menhir richiama l'immagine di una sorta di grosso ago e di antenna. La loro funzione, probabilmente, era quella di trasmettere da un punto all'altro della terra le energie provenienti dagli astri e dalla terra stessa, per dare la possibilità all'uomo di compiere opere che oggi riteniamo straordinarie e “magiche”.
COMPOSIZIONE E TECNICHE DI COSTRUZIONE DEI MENHIR
I Menhir in pietra viva, invece, venivano costruiti estraendo dai paraggi la pietra, solitamente in blocco unico, in modo da ereggere il manufatto senza eccessive lavorazioni.